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A little about Playa Zipolite, The Beach of the Dead . . .

Playa Zipolite, Oaxaca, Southern Mexico, on the Pacific Ocean. A little bit about my favorite little get-away on this small world of ours.

Zipolite, a sweaty 30-minute walk west from Puerto Angel, brings you to Playa Zipolite and another world. The feeling here is 1970's - Led Zep, Marley, and scruffy gringos.

A long, long time ago, Zipolite beach was usually visited by the Zapotecans...who made it a magical place. They came to visit Zipolite to meditate, or just to rest.

Recently, this beach has begun to receive day-trippers from Puerto Angel and Puerto Escondido, giving it a more TOURISTY feel than before.

Most people come here for the novelty of the nude beach, yoga, turtles, seafood, surf, meditation, vegetarians, discos, party, to get burnt by the sun, or to see how long they can stretch their skinny budget.

I post WWW Oaxaca, Mexico, Zipolite and areas nearby information. Also general budget, backpacker, surfer, off the beaten path, Mexico and beyond, information.

REMEMBER: Everyone is welcome at Zipolite.

ivan

Monday, May 4, 2015

Zipolite (Playa de los muertos) Mexico novembre 1988

Zipolite

Zipolite (Playa de los muertos) Mexico
novembre 1988
Ero immerso nell’acqua bassa cercando di evitare la forte corrente che spesso, creando vortici improvvisi, cambiava direzione. Dalla mia posizione con lo sguardo potevo abbracciare tutta la baia, 1500 metri di costa incontaminata. La playa de los muertos, che sulla mappa corrisponde al nome di Zipolite, è situata sulle sponde del pacifico nello stato di Oaxaca, a circa 60 kilometri a sud di Puerto Escondito. Sembra che in epoca precolombiana siano stati gli Zapotechi a tributargli un tale appellativo, forse per i riti sacrificali, oppure per le vite prese dal mare che, a quelle latitudini, riversa perennemente le sue formidabili onde. La spiaggia era deserta, il caldo intenso ma secco scoraggiava i pochi turisti che quasi certamente preferivano rilassarsi all’ombra delle palapas. Non ero
solo, alle mie spalle, oltre il punto di rottura delle onde, scorsi il viso di una ragazza di colore. Non potevo credere che fosse tanto abile da sfidare un mare così impetuoso, di sicuro aveva perso il contatto con la riva per la spinta della risacca che la stava portando sempre più al largo. Tornare indietro per chiedere aiuto era da escludere, non
c’era tempo da perdere e, nonostante la paura che mi montava nel petto, senza pensarci troppo mi lanciai in suo aiuto. La trovai sotto shock, occhi sbarrati, muta e rigida in un stato di paralisi motoria. Le agguantai un braccio e provai a trascinarla verso la spiaggia. Per quanto mi impegnassi non facevamo nessun progresso, la corrente ci risucchiava ogni volta e ci sballottava come tappi di sughero. Non ricordo per quanto tempo restammo in balia delle onde, ma di sicuro non possedevo più energia in quella lotta disperata tra la vita e la morte. Ero stremato, vedevo le capanne sempre più lontane, come macchie indistinte. Inaspettatamente cominciai a ridere con gusto, la mancanza di ossigeno mi aveva scatenato uno stato di euforia, cominciavo a sconnettere.                                                       Negli ultimi istanti di lucidità, con le residue forze a disposizione, sollevai il corpo della ragazza nell’onda che sopraggiungeva e lasciai che se la prendesse. La vidi emergere nella
spuma una ventina di metri davanti e, senza la sua zavorra, potei riprendere fiato. Ripetei l’operazione con sempre più precisione e dopo una serie infinita di tentativi approdammo sulla battigia.
Quella stessa sera accanto al fuoco dove con alcuni amici stavo arrostendo un pargo, la vidi spuntare dalla penombra e dirigersi verso di me. Si inginocchio al mio fianco e mi baciò sulla guancia. Poi, prima di ritornare da dove era venuta, mi prese la mano e vi depose un
piccolo oggetto. Qualche giorno prima, durante una sfida di pallavolo contro una selezione di locali, avevo smarrito un crocifisso di corallo che portavo legato al collo. Potete immaginare quindi la mia sorpresa, quando constatai che nel palmo della mano riluceva un crocifisso identico a quello che avevo perduto nella sabbia della playa de los muertos.
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ivan